Il romanzo parla di un uomo, Vitangelo Moscarda, che da una semplice considerazione della moglie sul suo aspetto fisico, comincia a realizzare come lui non sia per gli altri quello che crede di essere per se stesso. Questo viaggio alla (ri)scoperta della propria identità, lo porta a lasciare tutto ciò che ha per vivere infine in armonia con la natura, libero da pensieri e identità. Ho notato però, che Pirandello si serve di un oggetto in particolare per far compiere questo viaggio introspettivo al protagonista, ed è lo specchio: è guardandosi allo specchio che il romanzo prende la svolta iniziale, ed è lo strumento che Moscarda usa molto spesso per vedere "il se stesso" che gli altri osservavano; desiderava terribilmente essere da solo in casa per poter stare, allo specchio, con il Moscarda che ormai riconosceva essere un altro.
Riporto qui delle frasi del libro:
"M'era accaduto tante volte d'infrontar gli occhi per caso nello specchio con qualcuno che stava a guardarmi nello specchio stesso. Io nello specchio non mi vedevo ed ero veduto; così l'altro, non si vedeva, ma vedeva il mio viso e si vedeva guardato da me. Se mi fossi sporto a vedermi anch'io nello specchio, avrei forse potuto esser visto ancora dall'altro, ma io no, non avrei più potuto vederlo. Non si può a un tempo vedersi e vedere che un altro sta a guardarci nello stesso specchio."
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