venerdì 25 dicembre 2020

BONUS - Le cose nei libri

Ultimamente, ho letto un celebre romanzo di Luigi Pirandello, 'Uno, nessuno e centomila', per viverne la trama affascinante e per ricercare se la materialità (e quindi delle cose), potesse in qualche modo essere importante in un testo in cui predomina l'attenzione sull'essere.

Il romanzo parla di un uomo, Vitangelo Moscarda, che da una semplice considerazione della moglie sul suo aspetto fisico, comincia a realizzare come lui non sia per gli altri quello che crede di essere per se stesso. Questo viaggio alla (ri)scoperta della propria identità, lo porta a lasciare tutto ciò che ha per vivere infine in armonia con la natura, libero da pensieri e identità. Ho notato però, che Pirandello si serve di un oggetto in particolare per far compiere questo viaggio introspettivo al protagonista, ed è lo specchio: è guardandosi allo specchio che il romanzo prende la svolta iniziale, ed è lo strumento che Moscarda usa molto spesso per vedere "il se stesso" che gli altri osservavano; desiderava terribilmente essere da solo in casa per poter stare, allo specchio, con il Moscarda che ormai riconosceva essere un altro.

Riporto qui delle frasi del libro:
"M'era accaduto tante volte d'infrontar gli occhi per caso nello specchio con qualcuno che stava a guardarmi nello specchio stesso. Io nello specchio non mi vedevo ed ero veduto; così l'altro, non si vedeva, ma vedeva il mio viso e si vedeva guardato da me. Se mi fossi sporto a vedermi anch'io nello specchio, avrei forse potuto esser visto ancora dall'altro, ma io no, non avrei più potuto vederlo. Non si può a un tempo vedersi e vedere che un altro sta a guardarci nello stesso specchio."

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